A volte la pesca non è solo la cattura, ma è anche scoperta, quasi biologia marina applicata sul campo. Ci è successo circa quattro anni fa: una giornata come tante, una canna che si piega e, dopo un bel combattimento, tiriamo su un pesce che ci lascia perplessi. Non era il solito pagello, né una ricciola “standard”. Aveva un profilo alto, un muso strano, ma un corpo argenteo e potente da carangide.

Una veloce ricerca e il nome è venuto fuori: Pseudocaranx dentex, o Carango Dentice.

All’epoca, quella cattura ci sembrò un evento quasi isolato, la classica “botta di fortuna” (o sfortuna, a seconda dei punti di vista!) che ti fa incontrare una specie poco comune nelle nostre acque. Un pesce subtropicale, diffuso sì nel Mediterraneo, ma mai veramente abbondante, almeno sui nostri spot abituali. Quella singolarità ci ha affascinato e ci ha fatto indagare.

Poi, per un po’, il silenzio.

Il 2025: l’invasione?

Quella che sembrava una cattura sporadica si sta trasformando in un trend decisamente interessante. Le segnalazioni si sono moltiplicate in maniera esponenziale, e non parliamo di pesciolini.

La zona calda sembra essere, ancora una volta, quel crocevia incredibile di correnti che è lo Stretto di Messina. Proprio lì, nelle ultime settimane, sono stati catturati esemplari notevoli di Pseudocaranx dentex, con segnalazioni che parlano di pesci che superano i 3 kg!

Non stiamo più parlando di un incontro casuale. Questi carangidi sembrano essere tornati massicciamente, occupando una nicchia che forse, con i cambiamenti climatici e il riscaldamento delle acque (la famosa meridionalizzazione del Mediterraneo), sta diventando perfetta per loro.

Chi è lo Pseudocaranx dentex?

Appartenente alla famiglia dei Carangidae (la stessa di lecce, ricciole e caranghi vari), il P. dentex è un predatore pelagico ma che ama frequentare anche i fondali rocciosi e le praterie di posidonia. Come dice il nome “dentex”, ha un profilo del muso che ricorda quello del dentice, ma la sua livrea è tipicamente argentea, a volte con riflessi gialli sulle pinne.

È un combattente fiero, come tutti i suoi cugini, capace di regalare fughe potenti e testate vigorose.

La Sorpresa: mangia il bigattino!

Ma la parte più interessante per noi pescatori è: come si stanno prendendo?

Chiaramente le tecniche più ortodosse con cui insidiarlo sono i jig, esche artificiali, bolentino o esche vive, ma non è l’unica via: questi predatori stanno rispondendo in modo quasi famelico a un’esca umile ma efficacissima: il bigattino.

Conclusione: Occhi Aperti!

Questa massiccia presenza del Carango Dentice è l’ennesima prova di come il nostro mare sia in continua evoluzione. È una nuova sfida, un pesce tenace e di taglia interessante che si aggiunge ai nostri possibili target.

E voi? Avete notato anche voi questo ritorno? Avete avuto incontri ravvicinati con lo Pseudocaranx dentex nelle vostre zone? Fatecelo sapere nei commenti, siamo curiosissimi di confrontare le esperienze!

Alla prossima, ragazzi!